lunedì, settembre 18, 2006

Il Viaggiatore Distante

Giovedì ho trovato un libricino in fumetteria...Otto Baros, pseudonimo di un italiano...la casa editrice dovrebbe essere la Black Velvet...ora non ce l'ho sottomano, ma ho copiato questo brano che mi ha subito colpito, dall'incipit:


Le nuvole viste da sopra sembrano un’immensa distesa di neve che ti fa dimenticare di essere sospeso in cielo a qualche chilometro da terra. Una netta sensazione di distacco ti accompagna per tutto il viaggio. Ed è questo che più mi piace in un viaggio. Distacco, interruzione di vincoli e contatti. Il transito è uno di quei rari momenti in cui sei veramente libero. Non sei obbligato a fare nulla. Azioni e relazioni con il mondo sono sospese fino all’arrivo a destinazione. In certi momenti, e questo è uno di quei momenti, vorrei che il transito non finisse mai. Destinazione Plutone in uno stato di torpore lucido e avvolgente. Il benessere. Il tracciato di rotta sul monitor indica che mancano ancora 3h24m all’atterraggio. Aeroporto JFK, Jamaica Bay, New York. Posso fare diverse cose in questo tempo assente. Per esempio, pensare. Vagare senza meta e soprattutto senza sensi di colpa.

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