Questa estate la ricorderò per tanti motivi. Gli amici ritrovati, il contratto, la rinnovata voglia di avventura, la musica e l'ennesimo disillusionment (che suona così bene in inglese, un misto tra illusione e delusione)
E la ricorderò anche per un'altro motivo: è l'estate in cui ho iniziato a fumare.
Domani fa una settimana, e quasi un pacchetto.
Cari lettori, prima di fare i moralisti, aspettate.
Ci sono mille motivi, tutti ottimi secondo me. Primo: posso smettere quando voglio (lo so, dicono così tutti gli alcolisti! ^_^)
Secondo: è uno sfizio che volevo togliermi; "bacco, tabacco e venere / riducono l'uomo in cenere"? beh, non ho venere, lasciatemi almeno il vino e il tabacco...
Mi rendo conto che è una cazzata iniziare a 31 anni, è stato un po' uno scherzo con un collega che mi ha offerto di fare una pausa sigaretta vedendomi stressato al lavoro. Poi mi è piaciuto.
Beninteso: continua a farmi schifo la puzza del fumo, che sembra non riesca a togliermi di dosso nemmeno dopo aver lavato le mani per 2-3 volte. Ma la sensazione è stata stranamente piacevole.
Poi, prima che qualcuno di voi tiri in ballo i danni sulla salute bla bla bla, rispondo che lavoro a Marghera e andrò ad abitare a Mira, a due passi dalla Henkel, ex Miralanza. Con tutti i fumi che respiro in giro, le sigarette sono il male minore.
Tornando serio: i miei amici mi stanno facendo due scatole così dicendomi di smettere; pensano (ma non lo dicono) che sia la manifestazione di un disagio, una voglia di farsi male. Coincidenze, dati gli eventi del periodo. E se fosse semplicemente la voglia di essere "normale"? Una delle tante cose normali che non ho mai fatto in gioventù: tentativo, esperienza, prova. Niente di più.
E poi devo ammettere che ha un suo fascino particolare - senza tirare in ballo Humphrey Bogart come fa ogni giornalista senza fantasia quando al tg c'è un servizio sul fumo.
Poco fa ne ho fumata una fuori al balcone, guardando la luna (piena?) che c'è stasera, prendendomi le mie pause, pensando, guardando le poche finestre illuminate delle case di fronte, immaginando altri nottambuli come me, altri fumatori, altre vite insonni.
Senza sigaretta, sarebbe stato diverso.
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4 commenti:
Ciao sono l'anonimo dell'altro giorno, come vedi sono ritornata, è sempre un piacere leggere il tuo blog. Penso che ognuno di noi sia libero di fare della propria vita ciò che vuole, anche farsi del male, non sono una fumatrice ma mi sento una persona "normale" anzi libera, felice e non condizionata da un vizio. Comunque come si dice "contento te contenti tutti". Ah dimenticavo il mio nome è Simonetta per gli amici Simo o Sole.
Ciao Sole, innanzitutto grazie per essere tornata!
Vedi, per come imposti il discorso, non saprei cosa risponderti se non "beata te, che ti senti libera e felice!"
Io volevo solo esprimere un vuoto di esperienze e di cose, anche stupide, non fatte in una gioventù troppo controllata e "perbene"...il classico bravo ragazzo...Non prenderò il vizio, so che è una cosa passeggera, come i miei umori.
Stay tuned! ^_^
Io sono una ex-fumatrice, (anche se ogni tanto ci ricado).
Un giorno parlando con una mia amica le ho detto che fumare per me era rimasto l' unico gesto da adolescente contro, l'unica cosa fatta anche se sapevo che era male, quasi fatta apposta. Poi vero tutto quello che ti dicono gli amici: che fumare fa male, che manifesta un disagio, che è un modo di farsi del male.
Anche se leggendo della tua sigaretta solitaria davanti al balcone mi viene in mente una bella poesia di Alda Merini: "Apro la sigaretta come fosse una foglia di tabacco e aspiro avidamente l'assenza della tua vita. E' così bello sentirti fuori, desideroso di vedermi e non mai ascoltato. Sono crudele, lo so, ma il gergo dei poeti è questo: un lugo acceso silenzio dopo un lunghissimo bacio"
Ciao Fra, bellissima la poesia, grazieeeee! :-D
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